Maresso 

Story

MARESSO di MISSAGLIA Maresso, piccolo borgo della Brianza, e' posto sulle dolci ondulazioni tra Montevecchia e Lomagna. Vi sono degli angoli della bella terra lombarda che si estende fra le colline degradanti a mezzogiorno di Lecco,per i quali sembra che il tempo si sia fermato; vi resistono ancora quelle forme di vita patriarcale fecondate dal sano lavoro della terra e vi ha ancora radici profonde quella fede che fu patrimonio della gente dei campi. Maresso e' una di queste oasi felici, dove il rumore di questo nostro spasmodico progresso non e' ancora giunto a sconvolgere abitudini e costumi.

Il nome di Maresso,secondo l'Olivieri, è derivato, con suffisso "icius" dalla voce Marra: cfr. bell. Mares potrebbe derivare da Maressch "luogo paludoso", infatti nella valle scorre il torrente e i terreni potevano essere allagati Il nome Maresso appare per la prima volta nell'879, in un documento di conferma all'abate Pietro del monastero di Sant'Ambrogio.

Nuovamente il nome appare nel 1162 in un a investitura data alla chiesa di Monza da Federico Barbarossa dei beni che possedeva in detta località. Maresso era feudo dell'arciprete di Monza che godeva la giurisdizione su molte terre della Brianza.

Le tre pestilenze della seconda metà del 1300 e quella del 1451 avevano dissanguato le campagne tanto che Maresso fu decimato; dopo l'ultima pestilenza, il paese si riduceva a pochissime famiglie.

Nel 1558 Maresso era Comune a sè. In quel tempo contava 71 famiglie e Maressolo 13, nel 1770 gli abitanti erano 147; nel 1788 la popolazione ammontava a 416 abitanti. Il Comune rimase indipendente fino al 1840, epoca nella quale è stato fuso con Contra. Nel 1926 la sede del Municipio fu trasferita a Missaglia. La domanda presentata nel 1946 per la ricostruzione del Comune non ebbe seguito. Fra le frazioni della parrocchia, quella più consistente è Ossola. La località è rimasta quale doveva essere nel sec.XVI, col rifacimento dei cascinali e un nuovo insediamento edilizio ad est ed sud della frazione. Sull'unica piccola piazza è stata eretta una grotta di Lourdes. Ossola guarda Maresso che sorge oltre la valle percorsa dal torrente Lavandaia

 

MARESSO

il paese nel nel secolo sec.XVI (Archivio Storico Diocesiano)

LA CAPPELLA DI MARESSO Quando e come è sorta la cappella non lo sappiamo con certezza; possiamo soltanto affermare che da un diploma di Federico Barbarossa del 1162 risulta che il monastero di S.Calogero in Civate aveva possedimenti in Maresso. Forse la chiesa dei SS. Faustino e Giovita è un ricordo dell'antico dominio del sopracitato monastero, perchè è intitolata ai Santi che convertirono Calogero e che Civate usava ricordare nelle chiese che faceva sorgere per sua iniziativa. Dei SS. Faustino e Giovita, martiri del 119, non sappiamo molto. Le notizie notizie che li riguardano sono scarse ed incerte. All'inizio del sec. IX è stato composto il racconto del loro Martirio, ma è leggendario. Certamente sono commemorati nel Martirologio Geronimiano il 16 febbraio. La chiesa di Mareso figura nel 1192 nel Liber Censum Romanae ecclesiae con la scritta "Ecclesia de Martianesse un marabutinum". La chesa di Maresso doveva pagare a Roma un marabuttino (moneta del tempo). Probabilmente perchè, essendo sorta la nostra prima chiesa, come si pensa, per volontà del monastero di Civate, era conosciuta a Roma, come erano conosciuti i monasteri, ed quindi entrava nell'elenco del Liber Censum. Inoltre la chiesa di Maresso è ricordata nel Liber Notitiae Sactorum Mediolani attribuito a Goffredo da Bussero, cappellano di Rovello, morto poco dopo il 1289. Infatti lo storico nomina la cappella dedicata ai SS. Faustino e Giovita in Masco/Maresso. Nomina pure quella di S. Sofia in Vallis Aperta. Infine, la nostra chiesa compare nel 1398 come "cappella de Marixio" che doveva pagare lire 2, soldi 4 e denari 9. Sono queste le piu' antiche notizie della nostra chiesa.

SS. Faustino e Giovita